la ruralità, cioè il fatto che la popolazione europea è prevalentemente dispersa nelle campagne;
la costante diminuzione della popolazione, che colpisce soprattutto le aree urbane.
Ma anche in campagna le cose non andranno meglio: la diminuzione globale della popolazione significa che pure lì ci sono pochi uomini che controllano la terra.
In questo quadro di crisi generale, le aziende agricole che sopravvivono diventano i centri essenziali della vita economica e sociale. Sono aziende che si organizzano in una forma che è stata definita curtense, da curtis. Nella curtis la proprietà terriera è divisa in due parti:
La pars massaricia, che è frazionata e affidata a contadini liberi con vari tipi di contratti di affitto; l'affitto di solito è pagato in natura, cioè cedendo al signore una quota dei beni coltivati
La pars dominica, che è l'area più vicina alla residenza padronale. Quest'area è gestita direttamente dal signore ed è coltivata da servi che ricevono da lui vitto e alloggio.
Il sistema curtense ha come obbiettivo economico primario l'autosufficienza: ovvero, la produzione dei beni agricoli deve bastare alla sopravvivenza degli abitanti del caput curtis, cioè del villaggio dove ha sede la dimora del signore. Sono soprattutto i signori che possono gestire questo surplus. I beni agricoli coltivati nella pars dominica, o pagati dai contadini della pars massaricia come affitto, vengono accumulati nei magazzini del signore.